Il mio Pensiero

Il mio Pensiero

È passato un anno e qualche mese da quando per la prima volta incontrai l’Associazione “Grimm Cantieri di Solidarietà” ed i suoi volontari. 

Al tempo frequentavo  l’ultimo anno dell’Istituto Don Milani di Montichiari e rivestivo la carica di Rappresentante della Consulta provinciale di Brescia. 

 

In quei mesi il mondo stava assistendo alla catastrofica emergenza umanitaria che ha coinvolto la popolazione ucraina. 

Motivati da questa consapevolezza, insieme alla dirigenza ed agli altri organi di rappresentanza, pensammo di coinvolgere professori e studenti dell’Istituto, in una raccolta di beni di prima necessità da poter destinare agli sfollati causati dalla guerra. 

Cercando un’associazione che potesse aiutarci ci siamo rivolti al “Grimm” che, già da qualche settimana, si era attivato per aiutare la popolazione ucraina. 

Dopo aver preso contatto con l’Associazione ci siamo incontrati per decidere come organizzare la raccolta.

Abbiamo svolto la “riunione” in un bar di Montichiari (Bs), proprio accanto ad una delle sedi del “Grimm”

Ci è voluto solo qualche istante, passato con alcuni dei volontari in compagnia di un caffè, per rendermi chiaro quanto l’impegno e la passione dei volontari del “Grimm” fossero unici e rari. 

Dopo qualche settimana stavo proseguendo nella mia esperienza con loro e, poco alla volta, ho iniziato a scoprire la loro realtà. Un “mondo” difficile da descrivere e ancora di più da capire. 

Come spiegare cosa spinga delle persone a partire, dopo essersi pagati il viaggio, per andare a lavorare dall’altra parte del mondo con la consapevolezza di non ricevere nulla in cambio?

Spiegarlo è difficile e trovare le parole adeguate lo è ancora di più. Nonostante ciò, ho imparato da questa grande famiglia che, a volte, davanti alle difficoltà, la soluzione migliore si può trovare nelle parole più semplici. 

Per questo se dovessi descrivere il gruppo del “Grimm” utilizzerei parole di uso quotidiano,  il cui sentire è tipico di molte case. Amore, passione, dedizione, fratellanza, uguaglianza, solidarietà ed impegno civile sono alcune di queste.

 

Nel mondo dei social ogni parola  assume e perde significato con estrema facilità. Con un “Click” puoi dire un “ti amo” ed un istante dopo un “ti odio” senza alcuna profondità e razionalità. 

Una realtà che ha reso queste parole sterili, senza concretezza e prive di significato. Banali, tanto da indurre erroneamente a pensare che siano “semplici”. 

Questi termini hanno ripreso vitalità e significato  nella missione del “Grimm”. Tentando di aiutare i bisognosi, senza alcuna distinzione di sesso, genere e cultura, hanno creato una fantastica comunità fondata sull’aiuto al prossimo. 

Un solo  obiettivo:  aiutare gli altri e migliorare la vita altrui. 

In loro è radicata la consapevolezza che, fare qualcosa per chi sta soffrendo, non è solo un’azione caritatevole ma un dovere che ciascuno di noi ha verso il prossimo. 

In una società veloce, complessa ed in continua evoluzione la sua dinamicità ha reso gli esseri umani più insensibili alle sofferenze altrui, rendendoli ciascuno più isolato e lontano dall’altro. Il dolore dell’altro è sentito e percepito solo quando si interseca con i miei interessi. 

 

Questa divisione  è una barriera artificiale. Una frontiera invalicabile che il “Grimm” combatte quotidianamente. Attraverso azioni che non si riducono al mero aiuto materiale essi distruggono queste barriere che dividono le persone. Il loro mezzo è l’amore verso il prossimo ed il loro fine la volontà di dare speranza a chi da tempo l’ha perduta.

Arrivati alla conclusione abbiamo forse trovato la risposta alla precedente domanda. Queste persone partono, affrontando viaggi e fatiche per non essere indifferenti a chi è in difficoltà.  Per non essere come coloro ai quali non importa del vicino e dei suoi problemi.

Infine a soli venti anni, un nulla se confrontati agli anni di una vita intera, ho imparato in quel poco tempo passato con gli amici del “Grimm” che cosa significhi essere realmente umani e quale sia il vero significato della parola comunità. 

Rizzo Samuele

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